Il Metodo Stark un parto cesareo più dolce
Girovagando sul web mi è saltato l’occhio su una nuova pratica che sinceramente non conoscevo. Sto parlando del Metodo Stark chiamato anche parto cesareo dolce. Quando sono rimasta incinta desideravo un parto naturale. L’idea di un parto cesareo mi ha sempre spaventato. Il destino ha voluto per me un taglio cesareo d’urgenza e come immaginavo è stato piuttosto doloroso.
Per me è stata una ripresa dura e dolorosa, ci ho messo giorni a tornare in piedi in maniera ottimale, insomma non è stata proprio una passeggiata. Devo ammettere che nel pensiero di un secondo figlio l’elemento che mi preoccupa di più è l’idea di sottopormi ad un secondo cesareo.
Ho pensato che potesse essere utile approfondire questo metodo di parto cesareo, per altre mamme che come me cercano notizie al riguardo.
Chi ha L’ideatore di questo taglio cesareo innovativo è stato Michael Stark un chirurgo e ginecologico israeliano.
Questo tipo di parto è stato pensato per lo zone di guerra e disagiate, per i casi in cui i travagli avvengono in condizioni sanitarie non ottimali.
Oggi il metodo Stark è diventato una realtà anche nelle strutture normali e sta prendendo piede anche in Italia.
Cos’è il Metodo Stark e qual è la differenza rispetto al parto cesareo tradizionale?
Prima di tutto il parto cesareo dolce vede la riduzione del taglio che è di appena 2 cm sopra il pube. L’apertura delle pareti addominali non viene fatta con il bisturi ma dalle manovre del chirurgo che spostando le fasce muscolari si fa strada verso l’utero. Nel parto cesareo tradizionale invece, per arrivare all’utero il chirurgo fa un taglio della pelle e dei vari strati della parete addominale. I vantaggi sembrano innumerevoli, vengono utilizzati meno punti di sutura e il tempo di esecuzione è più breve. Sembra inoltre che la ripresa post operatoria è più veloce.
Cambia anche l’anestesia e la presenza del papà in sala parto. Nel parto cesareo tradizionale l’anestesia e spinale e il papà non entra in sala parto, mentre con il Metodo Stark viene usata l’epidurale e il papà è insieme la mamma, anche se quest’ultimo elemento dipende dalla struttura ospedaliera. L’aspetto più positivo è che si sta molto tempo in meno in sala operatoria e che la mamma può camminare quasi subito visto che l’anestesia non essendo spinale, ma epidurale non provoca l’immobilizzazione delle gambe. La mamma può anche mangiare non appena se la sente, per l’anestesia molto più leggera.
Sicuramente sulla carta il Metodo Stark sembra sicuramente più vantaggioso, ma credo che va comunque approfondito in sede medica e che la reazione dipende sempre dalla soggettività della paziente. L’elemento che mi “convince” di più di questo metodo è la presenza del papà in sala parto, perché credo che dal punto vista psicologico ed emotivo possa essere di grande aiuto. Per il resto, credo che sia una eventualità da valutare con i medici che vi seguiranno. C’è qualche mamma che ha praticato questo innovativo metodo di parto cesareo?