I disturbi dell’apprendimento
Andare a scuola può essere per i bambini anche traumatico, o comunque caratterizzato dalla presenza di alcuni fastidiosi problemi. Vediamone alcuni di questi.Si parla, ad esempio, di disturbi dell’apprendimento, ma cosa vuol dire in sostanza?
Si tratta del manifestarsi di momenti di mancato progresso nel processo proprio dell’apprendimento. Tutto ciò non va trascurato, ma neppure drammatizzato eccessivamente. L’incapacità di rimanere fermo al proprio posto in aula, la pigrizia mentale (oltre che quella fisica), possono essere ricondotti, appunto, alla difficoltà nell’apprendimento, nel tenere sufficientemente alta la concentrazione. Magari il bambino può essere distratto da altre cose che egli reputa più importanti e adatte a lui. I bimbi, specialmente all’inizio, fanno fatica ad accettare compiti imposti dai maestri, che sono ancora persone sconosciute ed estranee alla loro famiglia. Ci sono poi bimbi parecchio sensibili che si mostrano intimoriti, mentre altri coetanei fanno mostra di aggressività, magari in atteggiamento di difesa. Si tratta di coloro che hanno maggiore bisogno di essere seguitied aiutati nell’apprendimento quotidiano a scuola. Se il bimbo viene già escluso o sempre ridicolizzato, con molta probabilità il suo carattere tenderà o a chiudersi in se stesso, oppure a sviluppare una aggressività superiore alla norma. Ci sono poi quelli che agiscono in modo impulsivo e non riescono a tenere un minimo a bada le eccessive esuberanze, manifestando continua agitazione, irrequietezza e nervosismo. Se il bimbo crescendo non riesce a placare tali atteggiamenti, tutto ciò può portare, nel tempo, ad una somatizzazione, problemi di relazione con gli altri coetanei e con gli insegnanti, fino a disturbi psicologici da non trascurare. Non sarebbe male, dunque, aiutarli con lezioni di recupero, ma senza colpevolizzarli e, cosa principale, parlare con loro. Il dialogo (e la presenza!) è fondamentale, altrimenti il bambino si può chiudere maggiormente e sentirsi troppo solo e trascurato. Chiaramente non sarebbe male parlare con gli insegnanti e, nei casi più difficili, con uno psicologo.