Litigi tra bambini, che fare?
Uno dei momenti più frequenti per coloro che si trovano a contatto coi bambini è quello dei litigi tra coetanei, ma pure con il proprio fratello o sorella. Perché accade questo, e si può in qualche modo evitare?
Tutto ciò accade perché il bambino, attraverso proprio il litigio, vuole imporre il suo predominio, assumendo un modo di fare provocatorio. Le cause scatenanti possono essere le più diverse, pensiamo alla contesa per un particolare gioco, alla gelosia nei confronti del proprio amico del cuore e così via… In diversi casi, infatti, il bambino che si deve comunque separare dal compagno, oppure che subisce un suo “tradimento”, mette in scena un litigio per poter soffrire di meno questo distacco. Separarsi dall’amico odiato è, dunque, senza dubbio meno doloroso e difficile per lui.
Ma litigano in modo uguale i maschi e le femmine? Non proprio, ad esempio i bambini impiegano le mani, si buttano per terra, si rotolano, cercando di colpirsi con calci e pugni. Le femmine, invece, tendono a piangere o, al limite, a tirarsi i capelli e dire frasi brutte nei riguardi dell’altra. Col litigio, perciò, il bambino manifesta la sua personalità, che già inizia a formarsi. Stesso discorso per le diatribe tra fratelli, che rappresentano qualcosa di assolutamente normale, e, dunque, inevitabile. I genitori dovrebbero intervenire solo nei casi più eccessivi, perché potrebbero fare più danno che altro. Sono proprio loro, infatti, coi loro interventi a difesa dell’uno piuttosto che dell’altro, a far esplodere un diverbio che, altrimenti, sarebbe potuto terminare o comunque rientrare velocemente e, soprattutto, in modo naturale senza ulteriori brutti strascichi.