Le fiabe, le filastrocche, tutto ciò che è sogno e magia
Una delle cose più belle dell’infanzia sono le storie, le fiabe, che i genitori raccontano ai propri figli. Un momento bello e, per certi versi, indimenticabile; anche perché oggi c’è veramente poco spazio per sogni e favole…
Perché tutto questo? Il bambino prova senso di appagamento, ma pure di protezione, di rassicurazione. La narrazione, potremmo dire, avvicina l’aspetto emotivo al mondo del bimbo. La cosa migliore, quindi, è trasformare la lettura ad alta voce in una sorta di rituale familiare. Non bisogna creare atmosfera tesa, rigida, attorno ai libri, occorre giocare con le parole e quello che c’è sulla pagina per il piacere di condividere questo momento bello col proprio bambino. Meglio le prime volte scegliere filastrocche, o comunque storie brevi con rime, ritmo e diverse ripetizioni. Una cosa, questa, che non può che colpire il piccolo. Non sarebbe male, poi, lasciare un po’ di spazio alle domande eventuali del bimbo; in questo modo sarà pure più semplice per lui seguire bene la storia. La favola è utile perché diventa “luogo d’incontro” fra il mondo del fantastico, del sogno e la realtà quotidiana; il tutto condito con piacevoli simbolismi e metafore. Tramite le fiabe, inoltre, il piccolo impara a creare accostamenti tra il proprio vissuto e gli avvenimenti lì narrati e comprende, in questo modo, che quelle storie lo riguardano molto da vicino… Questo è il motivo principale del successo di tale “rituale”. Quelle storie non solo cose distanti appartenenti al fantastico, ma sono il riflesso di ciò che accade tutti i giorni, cose belle e brutte. Una metafora, dunque, della vita.