Lo sviluppo del bambino nel primo anno di vita
Lo sviluppo del bambino, si può dire, procede a tappe e per i genitori è una grande scoperta, passo dopo passo. Ci si soffermerà qui sul suo primo anno di vita, un periodo estremamente delicato, sia per lui che per mamma e papà.
Il primo anno di vita rappresenta un periodo di crescita in tutte le aree di sviluppo del bimbo, che non ha paragoni con le altre età della vita. Innanzitutto c’è da dire che il cervello umano non è completamente sviluppato alla nascita. Alla nascita, infatti, il cervello del neonato presenta la maggioranza delle cellule (neuroni ed altre cellule cerebrali) di cui ha bisogno. Poi nel corso del primo anno di vita, la crescita cerebrale procede a ritmi vertiginosi, in particolare grazie alla formazione di centinaia di miliardi di connessioni tra cellule, ossia sinapsi, che sono i responsabili diretti dell’apprendimento e della memoria. I genitori, per quanto li riguarda, possono influenzare tutte le aree dello sviluppo del loro bambino in tanti modi durante il giorno. Dai due ai sei mesi il bambino inizia ad integrare ciò che vede con ciò che gusta, con ciò che sente e con le sensazioni che prova. Questa è la cosiddetta “integrazione sensoriale”. Poi la crescita procede rapida e si possono, perciò, notare moltissimi cambiamenti nella comprensione verbale, nello sviluppo motorio, nell’apprendimento e nelle relazioni sociali. Dai nove mesi in poi, parecchie ore di conversazione tra i bambini e i loro genitori, fratelli e , in generale, chi altro si ritrova a stretto contatto con loro, contribuiscono alla formazione delle aree deputate al linguaggio. Iniziano, dunque, ad essere capaci di focalizzare la loro attenzione sui suoni della loro madre lingua e ad ignorare gli altri suoni. Incominciano a comprendere le parole, rispondendo a ordini semplici come fare “ciao” con la mano. E’ opportuno, invece, rivolgersi ad un pediatra quando, ad esempio, non sembrerebbe rispondere a stimoli sonori intensi, non riesce a stare in piedi sostenuto, non dice nemmeno una parola e non inizia ad imparare il linguaggio gestuale.
E’ sempre importante osservare il bambino, perché lui non può esprimere un possibile disagio, problema e, quindi, tocca al genitore interpretare possibili cambiamenti nel modo di fare o vistosi rallentamenti nell’apprendimento.